By: Fabio Pezzoni 27 ago 2020
A COSE SERVE E COME FUNZIONA
La carnitina è un dipeptide la cui sintesi all’interno del corpo umano avviene nel fegato e in parte nel rene e nel cervello. A livello dietetico la si può trovare principalmente nella carne rossa in particolar modo in quella di pecora (210 mg/100g), agnello (78 mg/100g), manzo (64 mg/100g), maiale (30 mg/100g), ma anche coniglio (21 mg/200g), pollo (7,8 mg/100g), latte (2 mg/100g) e uova (0,8mg/100g).
Numerosi studi scientifici hanno verificato come una sua supplementazione “può” incrementare il vO2max e ridurre la produzione di lattato durante sforzi massimali, incrementare la performance negli esercizi di endurance grazie ad un maggior risparmio del glicogeno ed una maggior ossidazione degli acidi grassi.
Ma entriamo un pò più nel dettaglio per capire i meccanismi:
la carnitina abbiamo detto che gioca un ruolo molto importante nel metabolismo dei grassi; questo perché essa fa in modo che i grassi a lunga catena - LCFAs - vengano trasportati attraverso la membrana interna mitocondriale che è impermeabile sia agli LCFAs stessi che agli esteri del Acil CoA; una volta all’interno potranno essere degradati in Acetil Coa tramite la beta ossidazione; questa molecola verrà utilizzata nel ciclo di Krebs (o ciclo degli acidi tricarbossilici) per produrre energia (Bremer 1983).
Abbiamo anche detto che può ridurre la produzione di lattato durante gli sforzi intensi e mi sembra quindi doveroso entrare un po’ più nello specifico per spiegare il processo:
durante uno sforzo intenso vi è una grande produzione di acetil CoA, che comporta un incremento del rapporto tra l’Acetil CoA stesso e CoA nella cellula. Questo aumento del “ratio” causa un incremento del lattato e quindi un precoce affaticamento.
Qual è quindi il ruolo della carnitina in tutto questo?
Semplice (più o meno), “lega” il gruppo acetile dell’Acetil coa formando Acetil Carnitina;
tradotto: acetil coA + carnitina ⇔ acetil carnitina + coA
Questo permette all’atleta di sostenere intensità più elevate (sino a quando non esaurirà ovviamente le scorte di carnitina).
Vi è quindi un potenziale collegamento tra la carnitina, il metabolismo del glucosio e uptake degli acidi grassi liberi, infatti la carnitina agisce come “buffer” per l’acetil coA, in tal modo previene l’accumulo di piruvato e di conseguenza la produzione di lattato.
CHE DOSAGGI SONO RACCOMANDATI?
In letteratura (Wall et. all 2011) si parla di assunzioni giornaliere che vanno dai 3 ai 6 gr di carnitina tartrato insieme ad un fonte glucidica per un miglior assorbimento; questo per diverse settimane. In questo studio è stato appunto osservato un risparmio del glicogeno muscolare durante attività a bassa intensità (con un incremento della “fat oxidation”) ed un minor accumulo di lattato durante gli esercizi ad alta intensità. Bisogna anche specificare però che i dosaggi “standard” sono appena più bassi, ossia 2-3 gr al giorno.
Concludo dicendo che è un' integratore che necessita di ulteriori studi dal momento che molti di questi dimostrano che l'assunzione esogena non sembra essere molto utile.
Fonte: Sport nutrition 3° Edizione (Asker Jeukendrup, Micheal Gleeson)
