By: Fabio Pezzoni 11 ago 2021
Le olimpiadi sono appena terminate e l’Italia dell’atletica è entrata nella storia con i risultati pazzeschi di Marcell Jacobs con l’oro nei 100m con uno strepitoso 9”80 e di un altro oro nella staffetta 4x100 composta sempre da Jacobs, Tortu, Patta e Desalu con un 37”50 stratosferico! Gli ori per l’Italia non sono finiti qui a dire il vero, ma noi oggi ci soffermeremo su questi e parleremo della composizione corporea degli atleti velocisti e dei meccanismi energetici implicati nel loro gesto atletico.
Partiamo dai meccanismi energetici.
Come sappiamo sono 3: aerobico - anaerobico lattacido - anaerobico alattacido.
Non staremo a spiegarli uno per uno in quanto non è l’obiettivo di questo articolo ma ci soffermeremo solo su quello che a noi interessa maggiormente e che caratterizza appunto il gesto atletico del 100 metrista, ovvero l’anaerobico alattacido.
Immaginatevi ora il nostro Jacobs che percorre i 100m in meno di 10”!
Un gesto caratterizzato da una esplosività, potenza e velocità fuori dal comune.
In questo lasso di tempo così breve, il glicogeno muscolare non viene minimamente intaccato, solo le riserve di creatina fosfato.
Ma come funziona questo meccanismo energetico?
Quando l'ATP (adenosina trifosfato), ovvero la nostra molecola ad alta energia, viene idrolizzata in ADP dal muscolo, perde una molecola di fosforo, che può essere prontamente ripristinata dal creatinfosfato, una molecola di creatina a cui è legata una molecola di fosforo. Dopo la cessione, il creatinfosfato diventa creatina, la quale tramite altre reazioni chimiche (molto più lente della prima) viene a sua volta ricaricata della molecola di fosforo perduta ed è pronta per un nuovo ciclo di "ricarica" dell'ATP. Tale sistema è in grado di fornire tanta energia al muscolo in breve tempo, ma la quantità di creatinfosfato nel muscolo è molto bassa, pertanto tale meccanismo si esaurisce in pochi secondi (mediamente, una decina).
E la composizione corporea che ruolo gioca nella performance dei velocisti?
Se prendiamo in esempio il morfotipo di Jacobs (188 cm/79 kg) e quello dell’attuale campione olimpico di maratona Eluid Kipchoge (167 cm/ 52 kg), noteremo che le differenze sono ABISSALI: uno muscoloso ed esplosivo, l’altro ai limiti del sottopeso e resistente. Il tipo di gesto richiede quindi una composizione molto diversa che nel centometrista consiste in un ottimo rapporto peso/potenza, quindi lavorare sull’incremento della massa muscolare a discapito di quella grassa (che non gioverebbe all’incremento della performance) per migliorare questo rapporto, è sicuramente la via giusta durante le fasi di preparazione; attenzione però: una massa extra che non aumenta la potenza può essere dannosa.
Discorso diverso nel maratoneta dove più massa muscolare significa più peso da portarsi dietro con un peggioramento della prestazione.
In uno studio condotto su 98 centometristi competitivi è stato riscontrato come quelli con le performance migliori avevano un maggior indice di massa magra (rapporto tra peso in kg del tessuto magro e altezza al quadrato), maggiori circonferenze del braccio contratto e rilassato, della coscia e del polpaccio, e un minor indice di ectomorfismo.
Che ruolo ha l’alimentazione e l’integrazione?
I ruoli principali dell'alimentazione negli sprint sono il recupero dall'allenamento e dalla competizione e l'influenza sugli adattamenti dell'allenamento.
L'apporto energetico e proteico è importante per aumentare la massa muscolare in associazione ovviamente ad una corretta programmazione con i pesi. La quantità di apporto energetico e proteico necessaria per adattamenti ottimali dell'allenamento dipende dal singolo atleta e dalle esigenze di allenamento; raccomandazioni specifiche per tutti i velocisti sono, nella migliore delle ipotesi, inutili e potenzialmente dannose. Tuttavia, se l'assunzione di carboidrati e grassi è sufficiente per mantenere i livelli di energia, è improbabile che un aumento dell'assunzione di proteine sia dannoso.
Il giorno della gara, gli atleti dovrebbero evitare cibi che provocano disturbi gastrointestinali, disidratazione o indolenza. Diversi integratori potenzialmente influenzano l'allenamento o le prestazioni dello sprint. La beta-alanina e il bicarbonato possono essere utili come agenti tampone negli sprint più lunghi. La creatina può essere efficace per aumentare la massa e la forza muscolare e potrebbe essere utile per aumentare l'intensità delle prestazioni di sprint ripetute durante l'allenamento.