By: Lisa Lasagna 13 ago 2020
Il ferro è un micronutriente importantissimo nella vita dello sportivo in quanto è un componente essenziale dell’emoglobina, proteina che nei globuli rossi lega l’ossigeno e ne permette il trasporto nel nostro corpo.
Il corpo umano dipende dalla sua capacità di trasportare l’ossigeno, richiesto per il funzionamento e la sopravvivenza di quasi tutti i tipi di cellule. Capiamo quindi quanto sia fondamentale il ferro.
La performance sportiva in lavori di endurance dipende totalmente dalla capacità del nostro organismo di trasportare l’ossigeno nelle cellule muscolari dove viene poi utilizzato.
Perciò una sua carenza ovviamente avrà una ripercussione negativa sulle prestazioni sportive e sulla salute dell’atleta.
La sua quantità nel nostro corpo può essere misurata tramite tre analisi:
•Ferritina: proteina che contiene ferro e responsabile dell’immagazzinamento (deposito) del ferro. Proteine fondamentale per lo stoccaggio del ferro.
•transferrina: la proteine che trasporta il ferro alle cellule responsabili delle eritropoiesi (sintesi dei globuli rossi). Trasporta il ferro nel sangue.
•Sideremia: indica quantità di ferro legata alla transferrina. Quindi la quantità di ferro presente nel sangue legato alla transferrina.
La carenza di ferro è comune tra gli atleti (soprattutto in atleti di sport d’endurance) e va tenuta sotto controllo. Il rischio infatti è di finire in uno stato patologico chiamato anemia.
In questa situazione il corpo vede compromessa la sua capacità di trasporto dell’ossigeno e si registra un grosso calo delle performance sportive.
Non è necessario che si arrivi allo stato conclamato di anemia per registrare cali nelle performance sportive, anche una carenza può già causare dei peggioramenti nelle prestazioni e se tale carenza non viene corretta, nel lungo periodo ci sono grosse possibilità che si possa passare dalla carenza all’anemia vera e propria.
I sintomi dell’anemia
L’anemia non va ipotizzata ed autodiagnosticata, dovrà farlo ovviamente il medico di competenza con i dovuti accertamenti. Ma ad accendere il campanello di allarme può essere la presenza di alcune sintomatiche qui riportate:
•Letargia
•Difese immunitarie basse
•Scarso controllo della temperature corporea
•Facilità di incorrere in infezioni
•Disfunzioni mentali
•Ridotta tolleranza all’esercizio fisica e mentale
•Senso di stanchezza e difficoltà nel respirare

Le possibili cause della carenza
Lo sport può aumentare il rischio di incorrere in anemia o carenza di ferro (ovviamente dipende dalla tipologia di sport ed il livello a cui viene praticato). Tra le cause principali troviamo:
Il fenomeno della footstrike haemolysis: alcuni esercizi (come la corsa) causano una distruzione (emolisi) dei globuli rossi dovuto dall’impatto del piede con il suolo. Questo porta ad un’alterazione del metabolismo del ferro ed una sua maggiore perdita nelle urine e tramite sudorazione.
Anche problematiche IG possono portare ad una maggiore espulsione di ferro (pensiamo quindi a tutti gli sport dove le problematiche IG sono frequenti).
EPCIDINA: anche questo ormone svolge un ruolo nell’insorgenza di anemia. Tanto maggiore è la sua quantità nel sangue tanto più influenzerà negativamente l’assorbimento del ferro a livello del duodeno. Gli allenamenti intensi stimolano la produzione di sostanze pro-infiammatorie (in particolare l’interleuchina-6 che a sua volta stimolano la produzione di epcidina). Quindi allenamenti intensi aumentano il quantitativo di Epcidina che va a diminuire l’assorbimento del ferro causandone una carenza.
basso intake energetico (periodi ipocalorici troppo lunghi e protratti nel tempo)
insufficiente assunzione di ferro
celiachia
In primis dipende dalla tipologia di sport e livello a cui viene praticato. Gli sport che portano a livelli di sudorazione maggiore (esercizio svolto, condizioni climatiche, durata e intensità del lavoro) portano ad una maggiore espulsione di ferro ed elettroliti (sport di endurance più a rischio rispetto sport estetici per esempio).
alimentazione vegana. Maggior presenza di antinutrienti che ne riducono l’assorbimento e minor presenza nei prodotti vegetali del ferro nella sua forma maggiormente biodisponibile per l’uomo.
le donne: il ciclo mestruale aumenta le perdite di ferro.
Ovviamente ricordiamoci sempre che il ferro viene normalmente espulso tramite sudore e urine.
Con questo non bisogna pensare di integrare il ferro con megadosi in quanto un suo sovradosaggio può diventare dannoso per la salute (emocromatosi). La carenza o anemia va sempre diagnosticata dal medico curante ed anche eventuali integrazioni o assunzioni per via endovenosa o intramuscolare.