By: Fabio Pezzoni 15 gen 2021
Nell’articolo di oggi vi voglio parlare di una tecnica d’integrazione poco utilizzata dagli sportivi ma che ultimamente sta riscontrando ottimi feedback da parte della comunità scientifica: sto parlando del “mouth rinse”, ossia dei risciacqui in bocca con una soluzione specifica.
Ma prima di spiegarvi nel dettaglio di cosa si tratta, facciamo una piccola premessa:
da anni oramai si sa dell’importanza dell’integrazione dei carboidrati per sostenere la performance ad alta intensità. Sappiamo che in funzione della durata della stessa, le linee guida ne consigliano un certo quantitativo ed in certi casi oltre alla quantità anche il tipo di carboidrati risulta fondamentale per non andare incontro a problematiche intestinali (rapporto glucosio e/o fruttosio).
Le modalità con cui assumere questi carboidrati sono molteplici: gel, barrette, sport drink per esempio, sempre considerando la tollerabilità ed il gusto individuale (oltre ovviamente alla tipologia di gara).
Ma oltre a queste modalità, esiste anche la possibilità di assumere carboidrati semplicemente facendo dei risciacqui in bocca con soluzioni liquide ricche in carboidrati senza però ingerirle.
Fatto questo “cappello introduttivo”, entriamo ora nello specifico:
Che cos’è il mouth rinse?
Per mouth rinse si intende una tecnica di integrazione che consiste nell’utilizzare appunto una soluzione ricca in carboidrati da “passare” in bocca senza ingerirla ogni 10-15’. Questa soluzione dovrà essere più concentrata rispetto a quanto solitamente indicato dalle linee guida, arrivando anche ad un 15-20% di glucosio rispetto appunto ai 6-8%.
Numerose review scientifiche hanno affermato la sua utilità per chi pratica sport intensi dalla durata intorno all’ora. Una ricerca fatta nel 2015 dal nome Spit or swallow? Carb mouth rinse and performance ha dimostrato proprio un incremento della performance senza l’ingestione, ma con il semplice passaggio di una bevanda zuccherata in bocca.
In fondo all’articolo vi mostro un’immagine che raggruppa le ultime ricerche scientifiche sull’argomento ed i risultati ottenuti; noterete che in tutte la performance migliora sensibilmente.

Come funziona?
Una spiegazione potrebbe essere che il carboidrato in qualche modo influenza il cervello. Ad esempio, ci sono prove che il gusto influenza l'umore e può anche influenzare la percezione dello sforzo. Quando si è in stato ipoglicemico dopo una lunga pedalata, tutto quello che devi fare è mordere una barretta di cioccolato per sentirti meglio. Quasi istantaneamente le sensazioni di debolezza e vertigini si riducono e ti senti meglio molto prima che i carboidrati abbiano raggiunto la circolazione sanguigna e il cervello. Ciò significa che devono esserci connessioni dalla bocca direttamente al cervello. Ma questa al momento è un'ipotesi; molto deve essere ancora approfondito.
A chi può tornare utile come strategia?
Come descritto sopra, può tornare utile per sforzi intensi di 1h ma non solo; questa strategia può essere utilizzata per tutti coloro che hanno problematiche nell’ ingestione di carboidrati dalle fonti sopra citate oppure per chi ha problemi gastrointestinali in competizioni di endurance. Su quest’ultimo punto vi racconto la mia esperienza con questa tecnica all’Ironman di Zurigo nel 2018: premetto che non sono debole di intestino ed in tutte le competizioni di endurance ed ultra che ho fatto non ho mai avuto problemi, tranne a Zurigo, nell’ultimo giro della maratona.
La temperatura elevata (quasi 35°) ma non solo, hanno portato il mio intestino al limite causando un rigetto di tutto quello che ingerivo dal 25 km in avanti. Ma il serbatoio era ormai vuoto e senza benzina la macchina si sarebbe spenta da lì a poco. Non potendo introdurre nulla per non avere effetti intestinali avversi, ho optato per i risciacqui appunto utilizzando bevande glucidiche concentrate che trovavo ogni 2,5 km ai ristori. Questo mi ha permesso di terminare la gara bene, senza cali di energia.
Testai nuovamente questa strategia in altre competizioni anche su miei atleti dediti a lunghe distanze sempre con ottimi risultati.
Ovviamente provando modalità di assunzione e concentrazioni in allenamento, come sempre.
