By: Lisa Lasagna 23 giu 2020
Cosa significa nutrirsi per uno sportivo
Tutti sanno che alimentarsi bene è fondamentale non solo per dimagrire (o meglio per rimanere sufficientemente magri) ma anche per la salute e per lo sport. Tutti gli sportivi ne sono consapevoli, non incontro mai un atleta (che sia professionista o amatore) che non ammette l’importanza di una buona nutrizione; in realtà approfondendo la conoscenza, però, spessissimo capita che il soggetto in questione sia convinto di mangiare bene ma in realtà stia facendo moltissimi errori, che inficiano il suo stato di salute e di conseguenza anche la sua prestazione (che sia allenamento e gara).
Il punto chiave è che gli errori che fanno gli atleti (quasi in tutti gli sport e in tutte le classi, giovani, adulti, ragazze, ragazzi, uomini, donne)sono quasi sempre caratterizzati da un’attenzione eccessiva per l’alimentazione, data dalla volontà e dalla consapevolezza di volerla regolare.
Di conseguenza l’atleta che gestisce la propria nutrizione con il fai-da-te o sotto il consiglio di un preparatore poco aggiornato sul campo, finisce con l’eliminare o ridurre eccessivamente nutrienti, sia macro che micro che calorie di conseguenza.
Questi atleti non hanno la percezione del loro errore, perché non hanno termini di paragone verso un’alimentazione adeguata.
Quali sono gli errori più comuni nell’atleta che gestisce la propria alimentazione senza il supporto di un nutrizionista?
1) Ridotto, se non ridottissimo apporto calorico rispetto ai propri fabbisogni. Un atleta non è una persona normale. Anche se parliamo di atleta amatore (ad esempio di endurance come running o ciclismo) , spesso questa persona svolgendo più allenamenti a settimana ha un notevole aumentato fabbisogno che può essere anche di centinaia di calorie al giorno più alte rispetto a un sedentario. Con il fatto che l’alimentazione di questo tipo di soggetto è più pulita perché volontariamente priva di cibi industriali, dolci ecc, la risultante è che l’atleta fai-da-te introduce meno calorie rispetto al suo corrispondente sedentario.
2) Ridotta assunzione di carboidrati. Ultimamente i carboidrati sono il nemico della dieta numero uno. Una cattiva informazione, meglio ancora, un’informazione unidirezionale e rivolta al mondo più rappresentato, pieno di persone in sovrappeso, obesi, diabetici, ha fatto passare cibi come pasta e pane come cibi dannosi. In realtà si tratta di un errore in quanto i cibi contenenti carboidrati devono essere introdotti in una dieta sana, ancor più nella dieta dell’atleta che necessita di carboidrati e dei loro monomeri (gli zuccheri) per produrre energia in maniera efficiente, rendendo l’atleta un soggetto con maggiore fabbisogno di carboidrati stessi.
3) Un ridotto apporto di proteine: in molti casi (meno spesso) le proteine sono considerate dannose se assunte in eccesso e spesso gli alimenti che le contengono vengono inserite solo in un pasto (in genere alla sera) ed eccezionalmente viene utilizzato un integratore prima di allenamento. Due grandissimi errori, che non permettono ne di raggiungere i corretti fabbisogni ne di utilizzarle al meglio. Questa pratica associata alla scarsa assunzione di carboidrati comporta in genere varie conseguenze negative, che vedremo sotto.
3) Idratazione inadeguata. Molti atleti che fanno il fai-da-te non bevono adeguatamente e allo stesso tempo evitano il sale come la peste. Il sapere comune ci indica che il sale fa male e quindi, se sono attento al mio corpo, lo evito. Anche questa è un’errata interpretazione delle linee guida nutrizionali, perché queste non ci dicono di evitare il sale ma di non assumerne in modo eccessivo. Nell’atleta il fabbisogno aumenta, soprattutto quando si suda molto. Il sale va consumato e integrato se si perde durante gli allenamenti e quindi non va assolutamente evitato.
Quali sono le conseguenze di un’alimentazione fai-da-te nello sportivo?
1) scarsa performance: data dal fatto che il nostro corpo non riesce a recuperare adeguatamente dagli allenamenti ma anche perché non ha sufficiente energia per sostenerli.
2) carenza energetica continua che porta a stanchezza e a tono dell’umore alterato (anche a depressione in alcuni casi, e non infrequenti)
3) difficoltà a recuperare (ci si sente sempre stanchi e si dorme male anche)
4) sofferenza muscolare: che può comportare una scarsa funzionalità muscolare data dalla carenza sia di proteine ma anche di zuccheri (il corpo quando necessità di energia va a ricercala nel muscolo, danneggiandolo).
5) Crampi e dolori muscolari
6) sistema immunitario debilitato che non è in grado di difenderci per esempio dalle infezioni respiratorie del tratto superiore.
Impostando un’alimentazione adeguata tutte queste problematiche vengono superate e l’atleta inizia finalmente a vivere il proprio sport in modo ottimale!